Sembra che i Kalash siano i discendenti dell’esercito di Alessandro Magno, arrivati dalla Grecia per governare la strada che conduceva dalla Valle del Panjshir a nord di Kabul, fino alle valli di Swat e Chitral, in una terra remota conosciuta come il Kafiristan – letteralmente la Terra degli Miscredenti.
La loro religione politeista consiste nella venerazione di un gran numero di divinità ancestrali a cui dedicano dei coloratissimi festival animati da musiche, danze, vino e sacrifici di animali.
Al giorno d’oggi gli uomini della tribù indossano il classico abito Pakistano (Shalwar Kameez), mentre le donne si vestono ancora con l’abito tradizionale nero con una cintura rossa stretta in vita.
Le donne inoltre fanno uso di decorazioni come gli sgargianti copricapi di lana decorati con conchiglie, bottoni e campanelle, mentre intorno al collo sfoggiano voluminose collane fatte di perline colorate.
Vivono principalmente di agricoltura e pastorizia e ancora oggi praticano l’antico sistema della transumanza, una migrazione stagionale e temporanea dei greggi e dei pastori che si spostano da pascoli situati in zone collinari o montane verso quelli delle pianure e viceversa. Mais e grano sono le principali coltivazioni nelle valli, mentre albicocche, gelsi e noci, sono raccolti ed essicati per l’inverno e l’uva viene utilizzata per produrre il vino.
In contrasto con la cultura Pakistana, i Kalash non attuano nessuna differenza di trattamento tra uomini e donne. Le donne sono libere di scegliere il loro marito e possono anche divorziare, una cosa impossibile per le donne Pakistane musulmane, costrette a mantenere un certo comportamento imposto dall’integralismo religioso.
Tuttavia le donne Kalash, durante il periodo mestruale, vengono ritenute “impure” e sono costrette a vivere nei “bashaleni”, degli appositi edifici posti fuori dal villaggio dove si vanno a ritirare fino alla fine del periodo e cioè, fino a quando riacquisiscono la loro purezza. Questi edifici sono anche il luogo dove le donne vanno a partorire.
A parte questo, le donne sono molto rispettate nella società e hanno la stessa importanza degli uomini. Nella tribù dei Kalash prevale l’approccio liberale grazie alla loro cultura e religione.
Sia gli uomini che le donne, lavorano nella fattoria a conduzione familiare, mentre alcuni compiti sono ben distinti. Le donne generalmente si occupano dei lavori domestici e dei figli, mentre gli uomini si occupano del commercio.
Purtroppo la popolazione Kalash è diminuita molto negli ultimi anni, ne sono rimasti meno di 3.000. Molti sono stati forzati alla conversione all’islam dalle comunità musulmane delle valli vicine, che hanno fatto pressioni e contestato la loro religione e cultura, ritenuta immorale e troppo distante dall’islam. Alcuni si sono convertiti a seguito di un matrimonio, altri per avere un avanzamento di carriera e altri ancora si sono convertiti semplicemente per adattarsi a un paese ostile alle religioni e culture diverse, in cui la stragrande maggioranza della popolazione è musulmana.
Le loro difese contro la conversione all’islam e la conservazione della loro cultura, sono state rafforzate da un’insolita connessione con la Grecia. Un flusso costante di volontari greci finanziati dal governo, si sono mobilitati per aiutare i loro presunti discendenti per mantenere viva la loro ricca cultura.