Marco Polo, nel 1296, descrisse i Sentinelesi delle remote isole Andamane, come una delle tribù più violente e selvagge dell’Asia, capace di uccidere e mangiare qualsiasi intruso che si trovasse nel loro territorio.
Mentre la loro inclinazione al cannibalismo non è mai stata confermata, niente è cambiato nell’isola remota di North Sentinel nel Golfo del Bengala e tutt’ora la tribù vive nell’Età della Pietra.
Chi sono i Sentinelesi
Cacciano i cinghiali con le frecce, credono che gli uccelli parlino con gli spiriti e non hanno ancora acquisito le competenze necessarie per accedere il fuoco o per descrivere un numero maggiore a due.
Sono sopravvissuti alle occupazione dei Birmani, degli Inglesi e dei Giapponesi e più recentemente al devastante tsunami del 2004. Al giorno d’oggi i Sentinelesi sono uno dei popoli più enigmatici del pianeta.
Le Andamane, il cui nome deriva dalla parola sanscrita “nagnamanaba” che significa “uomo nudo”, insieme alle isole Nicobar, formano un arcipelagoo di 572 isole a 1.000 chilometri a largo della costa orientale dell’India. Anche se geograficamente si trovano vicino alla Birmania, sono amministrate dall’India e sono lo stato più remoto del subcontinente.
Gli antropologi distinguono le tribù indigene in due gruppi basandosi sulla loro provenienza. Gli abitanti di Nicobar Shompen e Nicobaris di origine asiatica, mentre le etnie delle Andamane tra cui Andamanesi, Onge, Jarawa e Sentinelesi di origine africana. Secondo uno studio recente, queste tribù spesso descritte dagli antropologici come “pigmei”, potrebbero in realtà essere un flusso migratorio di popoli provenienti dall’Africa che raggiunsero l’Asia più di 40.000 anni fa. L’isolamento biologico e geografico rende la tribù dei Sentinelesi, un elemento prezioso per lo studio dell’evoluzione dell’uomo. La loro propensione a uccidere gli intrusi è ciò che ha aiutato i Sentinelesi a mantenere intatto il loro status, ma è anche il maggiore ostacolo per i ricercatori.
Il governo indiano ha fatto diversi tentativi, per stabile un contatto “amichevole” con gli isolani, ma non c’è riuscito. Il contatto con la tribù potrebbe avere delle conseguenze tragiche, perchè il loro isolamento li rende vulnerabili a malattie di cui non hanno alcuna immunità, così il governo indiano ha dichiarato che non farà ulteriori tentativi.
Contatto con il mondo esterno
Il primo avvistamento ufficiale avvenne 1971, quando un vassello delle Indie Orientali, passando vicino l’isola considerata disabitata notò la presenza di una tribù.
Ma il primo attacco fu nel 1876, quando un mercantile indiano naufragò sulla scogliera dell’isola. I passeggeri e membri dell’equipaggio riuscirono a raggiungere la riva e mettersi in salvo, ma subito dopo vennero attaccati dagli isolani armati fino ai denti con archi e frecce. I passeggeri vennero messi in salvo da una nave militare britannica, ma nel frattempo gli isolani si erano già dileguati.
Qualche anno dopo un fuggitivo sbarcò sull’isola ma fu ucciso e il suo corpo fu ritrovato qualche giorno dopo trafitto da numerose frecce e con la gola tagliata.
Non ci furono ulteriori incontri fino al 1974, quando una troupe televisiva si recò sull’isola per girare un documentario. I nativi scagliano frecce agli intrusi e ferirono il regista.
Nel 1981, un cargo panamense rimase arenato sull’isola e i membri dell’equipaggio vennero attaccati dagli isolani. La marina militare indiana dovette inviare un rimorchiatore e un elicottero per salvare i marinai assediati.
A seguito del disastroso tsunami nel 2004, il governo indiano inviò un elicottero per accertare la sopravvivenza degli isolani, ma questi non gradirono l’incursione e iniziarono a scagliare frecce contro il velivolo per respingerlo.
In realtà poco prima che lo tsunami colpisse l’isola, i Sentinelesi sapevano che gli spiriti dell’oceano non erano di buon umore ed ebbero il presagio che qualcosa di brutto sarebbe successo. I leader tribali misero dei carapace di tartaruga intorno agli insediamenti per protezione e si misero in salvo portando con loro frecce, archi e amuleti. Risulatato: sono tutti sopravvissuti.
Nel 2006 i Sentinelesi uccisero due pescatori di frodo che si trovavano nelle acque circostanti all’isola. Un elicottero fu inviato per recuperare i corpi, ma anche in questo caso, gli isolani scagliarono una pioggia di frecce contro il velivolo che fu costretto ad abbandonare la missione e i corpi non furono mai recuperati.
L’ultimo episiodio risale al 2018, quando un missionario degli Stati Uniti, John Allen Chau, 27 anni, nel tentativo di incontrare la tribù è stato ucciso da un pioggia di frecce.
Le autorità indiane stanno lottando per capire come recuperare il cadavere di John Allen Chau, che sarebbe stato seppellito sulla spiaggia.