La tribù degli Iban del Sarawak è una delle più affascinanti del Borneo, conservando ancora le tradizioni centenarie che hanno da sempre accompagnato questa etnia fino ai giorni nostri. Tra le sue tantissime particolarità, gli Iban sono famosi nel mondo per i loro originali tatuaggi tribali e per le loro grandi abitazioni tradizionali plurifamiliari chiamate “longhouse“.
Gli Iban, insieme ai Bidayuh e gli Orang Ulu, sono i principali gruppi etnici dello stato del Sarawak, e sono denominati nel loro complesso Dayak. Con una popolazione di circa un milione, gli Iban rappresentano un terzo della popolazione del Sarawak.
Gli Iban, nonostante la modernizzazione, hanno conservato il loro patrimonio culturale e vivono ancora nelle tipiche longhouse su palafitte seguendo le antiche tradizioni e tabù.
L’unica trazione che non hanno conservato è quella di cacciare le teste. In passato gli Iban erano feroci guerrieri, nonché famosi tagliatori di teste e pirati, che conservavano la testa dei nemici uccisi per esibirle come feticcio.
Longhouse
La comunità Iban è maggiormente concentrata nelle zone di Sibu, Bintulu, Miri, Kapit, Limbang, Sarikei, Sri Aman e Lubuk Antu, dove vivono in grandi case costruite su palafitte chiamate ‘Rumah Panjai‘, che sono dei veri e propri villaggi sotto un unico tetto.
Le longhouse possono ospitare fino a 50 famiglie e sono suddivise in due parti, una pubblica e una riservata alla vita privata.
Ogni longhouse ha un capo tribale chiamato Tuai Rumah, che viene eletto dagli abitanti della casa e ha lo stesso compito di un amministratore di condominio.
Al giorno d’oggi, gli Iban hanno accesso alle scuole e alcuni giovani si spostano in citta’ per studiare e trovare lavori alternativi di quelli che il villaggio puo’ loro offrire. Tuttavia, tutti ritornato regolarmente nelle longhouse in particolare durante il Natale, la Pasqua e i loro festivals locali.
I Festival Iban
Il Festival animista Gawai è l’evento annuale più importante per la comunità Iban che si celebra in tutto il Sarawak all’inizio di giugno e segna la fine della stagione di raccolta del riso.
Durante il festival si compiono una serie di rituali per ringraziare le divinità per il buon raccolto di riso.
I festival vengono celebrati nelle longhouse con musica, danze e fiumi di tuak (una bevanda alcolica a base di riso glutinoso e lievito fermentato).
Altri festival non legati all’agricoltura sono il Gawai Burong in onore della divinità della guerra, il Gawai Melah Pinang dedicato alla divinità della creazione e il Gawai Antu in cui si compiono dei rituali per invitare le anime dei morti a separarsi dal mondo dei vivi e altri ancora legati alla salute e sciamanesimo.
Tradizione dei Tajau
La ricchezza degli Iban consisteva nell’avere una collezione di Tajau, ovvero dei grandi vasi o giare di ceramica e giada. Questi venivano utilizzati come forma di pagamento e dote nuziale.
La collezione di Tajau era considerata come un piccolo tesoro da custodire con cura dalle famiglie Iban, visto che rappresentava il miglior biglietto da visita per mostrare la propria ricchezza e di conseguenza acquisire rispetto da gli membri della comunità.
I Tajau furono introdotti durante il periodo del Sultanato di Malacca quando i mercantai li utilizzavano come forma di denaro per acquistare riso e spezie dalle comunità locali. Alcuni vasi invece furono acquisiti dagli Iban durante le guerre e saccheggiamenti dei villaggi dei nemici.
L’usanza di collezionare i Tajau è praticata ancora al giorno d’oggi e rappresenta una delle tradizioni più importanti degli Iban.
La Cucina Iban
La prima cosa che gli Iban offrono ai visitatori quando arrivano nella longhouse è il tuak, una bevanda alcolica ottenuta dalla fermentazione del riso, che viene servito in un bicchiere tribale ottenuto dalla canna di bambù.
Il tuak è la bevanda che accompagna gli Iban in tutte le celebrazioni più importanti della loro vita e viene iniziato a bere fino dalla giovane età di 10 anni.
Per riurtare il tuak l’offerto è importavate toccare il bordo del bicchiere con due dita della mano destra, altrimenti un secco “no” risulterebbe poco gentile ed elegante.
Ci sono due tipi di tuak e cioè quello lattiginoso dal sapore simile al sake dolce e quello trasparente dal gusto più forte simile alla grappa.
Il lemang è un’altra specialità gastronomica degli Iban ottenuta dal riso glutinoso e latte di cocco cotti nelle foglie di banano all’interno di un lungo cilindro di bambù. Viene servito insieme a spezzatini di pollo o pesce al curry.
Molti longhouse sorgono in prossimità dei fiumi dove abbonda il bambù, quindi questo elemento rappresenta uno degli utensili di cottura più facili da reperire ma anche ideali per ottenere una cottura salutare e saporita dei cibi.
I lunghi cilindri di bambù vengono riempiti con pezzi di pollo, verdure miste, zenzero, citronella e altre erbe locali e vengono messi a cuocere direttamente sul fuoco. Questo tipo di cottura produce delle pietanze succulenti e profumate.
Animismo e credenze religiose
Come tante altre tribù del Borneo e Sudest Asiatico, in passato gli Iban erano animisti e furono convertiti al cristianesimo dai missionari circa 200 anni fa.
L’animismo è una forma primitiva di culto praticata dai gruppi tribali che credevano tutti gli elementi della natura fossero animati da spiriti malefici o divinità.
Uno delle credenze antiche più affascinanti degli Iban è quella di appendere i teschi dei nemici alle travi della longhouse per salvaguardarsi da eventuali spiriti maligni e cattiva sorte.
Gli Iban credevano molto ai presagi, per esempio udire il suono degli uccelli ketupung beragai era per loro un segnale che qualcosa di eccezionale stava per succedere. Le sacerdotesse e gli sciamani erano coloro che decifravano questi segnali lanciati della natura e per evitare che il presagio si trasformasse in un disastro, compievano una serie di rituali.
Sebbene la maggior parte delle comunità Iban abbiano abbracciato il Cristianesimo, sono rimasti molto attaccati ad alcune credenze animiste fino al giorno d’oggi.
La caccia alle teste
Gli Iban in passato erano famosi per la pratica rituale conosciuta come caccia alle teste. Ogni volta che facevano incursioni nei villaggi nemici decapitavano solo il capo tribù, mentre gli altri avversari venivano catturati come schiavi. L’unico modo per liberarsi dalla schiavitù era lavorare sodo la terra e partecipare alle future spedizioni nei villaggi nemici.
La caccia alle teste doveva avvenire di notte e nel periodo dell’anno chiamato “belelang”, che corrispondeva al momento in cui i semi del riso iniziano a germogliare fino al momento dalla raccolta.
I guerrieri più giovani potevano fare un’imboscata al nemico giocando sull’effetto sorpresa, mentre quelli più esperti, che avevano tagliato almeno 7 teste potevano guidare una truppa per fare irruzione in una longhouse. Infine, i guerrieri d’alto rango che avevano tagliato più di ventuno teste, potevano dichiarare guerra contro un’intera regione.
Una volta sconfitto il nemico, il guerriero vincitore tagliava la testa del capo tribù e si immergeva nel sangue fresco gocciolante. La testa del nemico doveva essere portata nel proprio villaggio dove veniva ripulita e appesa alle travi della longhouse.
La pulitura della testa era un vero e proprio rituale eseguito dal capo tribù per onorare il nemico. I capelli e la pelle venivano rimossi con la spada mentre il cervello veniva estratto con un bastoncino di rattan. Il capo tribù tagliava un pezzo di cervello e lo mangiava in un solo boccone con il riso glutinoso. Il teschio pulito e lavato veniva fatto seccare al sole per qualche giorno e poi affumicato. A questo punto poteva essere appeso alle travi della longhouse così che tutti potessero vedere.
Attività e Economia
L’agricoltura rappresenta la principale fonte di sostentamento per gli Iban che vivono nelle longhouse nelle zone interne e rurali della regione del Sarawak. La coltura più diffusa, soprattutto nelle zone collinari, è quella del riso.
Un’altra importante fonte di sostentamento è rappresentata dalla pesca della caccia.
Ogni membro della comunità della longhouse ha una mansione diversa che viene assegnata dal capo della longhouse su base giornaliera.
Un’altra attività redditizia che negli ultimi decenni è diventata popolare tra gli Iban è la coltivazione della gomma, che viene estratta dalla corteccia degli alberi, essicata e venduta nei mercati.
Molti giovani ambiscono a un lavoro di qualità e se la famiglia può permetterselo, vengono mandati a studiare nelle città. Oggi Iban occupano posizioni lavorative importanti sia nel settore pubblico che nel settore privato.
Lingua e Scrittura
Gli Iban vantano una loro lingua completa e ben strutturata. Come tutte le altre lingue anch’essa hai i suoi dialetti che variano a seconda della località.
Gli Iban sono conosciuti nel mondo per essere dei “Maestri del Linguaggio“. Il professor Derek Freeman, uno dei ricercatori più famosi del linguaggio Iban, afferma che gli Iban usano il loro linguaggio in maniera molto intelligente con parole molto sofisticate, come se recitassero delle poesie.
Gli Iban sono brillanti nella scelta e nella composizione delle frasi che si abbinano perfettamente al suono, come quello usato nelle poesie e prose in lingua inglese.
Tour del Borneo per visitare una Longhouse